Il parco naturale Molentargius – Saline
ll Parco naturale regionale di Molentargius-saline è un’area umida estesa all’interno dell’area metropolitana di Cagliari, delimitata dagli insediamenti urbani di Cagliari a sud-ovest, Quartu Sant’Elena, Selargius e Quartucciu a nord est e striscia costiera del Poetto a sud-est.
Già inserito dal 1977 ai sensi della convenzione Ramsar come Zona umida di importanza internazionale in ragione della grande rilevanza come luogo di sosta, svernamento e nidificazione di svariate specie di uccelli acquatici, classificato Sito di importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva “Habitat” n. 43 del 1992, il Parco viene istituito con legge regionale n. 5 del 1999 su una superficie di circa 1600 ettari, al fine di tutelare e valorizzare l’immenso patrimonio naturalistico di una delle più importanti aree umide d’Europa.
Il nome Molentargius nasce da “is molentargius”, i conduttori di asini che caricavano il sale. Il parco di Molentargius è caratterizzato infatti dalla presenza di specchi d’acqua sia dolce, nati come vasche di espansione delle acque piovane, che salata, nati come vasche di raccolta e di evaporazione del sistema produttivo delle Saline di Stato di Cagliari.
Questo ne fa un raro esempio al mondo di ecosistema ideale per molte specie di animali, avifauna in particolare, pur in un contesto a forte pressione antropica.
La raccolta del sale a Cagliari ha origine antichissima, risalendo con ogni probabilità a circa 3000 anni fa, all’epoca degli stanziamenti fenici; proseguì successivamente, con alterne fortune, in epoca romana, bizantina, giudicale, aragonese, spagnola e sabauda.
Sino alla metà dell’800 le saline erano del tutto naturali e il sale veniva raccolto nei bacini o stagni costieri dove cristallizzava spontaneamente.
Solo dopo il 1820 le saline di Cagliari vennero trasformate in vera e propria industria del sale, con la costruzione di nuovi canali, nuove vasche e l’introduzione di macchinari a vapore.
Ulteriori ammodernamenti furono avviati nel 1930 con la costruzione della ferrovia con binari a scartamento ridotto lungo i canali e vagoncini trainati per la movimentazione del sale.
Dagli anni 70 le saline persero progressivamente di importanza fino alla cessazione dell’attività estrattiva nel 1985.
Delle saline oggi rimangono gli impianti di terra e le vasche ed è tutt’ora attivo il sistema di circolazione e regimazione delle acque allo scopo di mantenere integro il particolare ecosistema creato in parte dall’uomo.
Tra le svariate specie di uccelli presenti nel parco un cenno particolare merita il fenicottero rosa, divenuto ormai un simbolo delle zone umide del Cagliaritano.
Questa specie migratrice nidifica prevalentemente nella regione della Francia meridionale chiamata Camargue, e fino ai primi anni novanta le aree umide della Sardegna sono sempre state aree di sosta e svernamento nel flusso migratorio che dalla Francia li conduce nel Nord-Africa. A partire dal 1993, e da allora ininterrottamente, il fenicottero ha trovato anche nelle acque saline dello stagno di Molentargius le condizioni ideali per la nidificazione, in particolare la presenza di minuscoli gamberetti rosa (Artemia salina) fondamentali per la sua dieta e responsabili tra l’altro delle sfumature rosa nel piumaggio di questi uccelli.
Ogni anno, tra marzo e luglio, lungo gli argini del Bellarosa Maggiore nel Parco di Molentargius, e da qualche anno anche nello stagno di Santa Gilla, si ripete il miracolo della riproduzione. Gli specchi d’acqua appaiono agli osservatori come vere e proprie isole rosa con i caratteristici nidi a forma di cono che cedono spazio via via a chiazze grigie sempre più ampie date dai raggruppamenti dei “pulli” e infine, entro la metà di agosto, l’involo dei giovani.
Una postazione sul colle di Monte Urpinu, lungo il Viale Europa, consente a cittadini e turisti, grazie alla messa a disposizione di potenti cannocchiali, di godere dello straordinario spettacolo, mentre durante tutto l’anno, da diverse parti della città si può ammirare, specie nelle ore serali e al tramonto, il caratteristico volo di stormi di fenicotteri disposti in formazione tipica, negli spostamenti dallo stagno di Santa Gilla a quello di Molentargius e viceversa.
Recenti percorsi pedonali, piste ciclabili e il canale perimetrale percorribile con l’utilizzo di canoe rendono ora maggiormente fruibile l’area circostante il parco con la possibilità di ammirare gli effetti cangianti dei riflessi sugli specchi d’acqua dalle prime luci dell’alba sino al tramonto.